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    • Jarpen Zigrin

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    • Jarpen Zigrin

      Przewodnik użytkownika - jak pisać na forum   12/12/2016

      Przewodnik użytkownika - jak pisać na forum. Krótki przewodnik o tym, jak poprawnie pisać i cytować posty: http://forum.historia.org.pl/topic/14455-przewodnik-uzytkownika-jak-pisac-na-forum/
Estera

Śmierć Napoleona

Rekomendowane odpowiedzi

Eamane   
Ciekawe jaki wpływ na zdrowie Napoleona maił klimat wyspy, na której był więziony w ostatnich latach swojego życia...

Cóż...klimat wyspy prawdopodobnie miał jakiś wpływ na jego zdrowie, lecz przyczyną był prawdopodobnie rak żołądka (jak napisał onet.pl)

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Estera   

Jak wyglądały ostatnie chwile życia Napoleona? Jak umierał? Jakie były jego ostatnie słowa? Czy jest to wiadome? Czy było to imię jego pierwszej żony? Zapraszam do dyskusji.

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Narya   

Podobno istnieje polemika czy faktycznie wypowiedział jako swoje ostatnie słowo, imię swojej pierwszej żony, Józefiny. Analizując jego pamiętniki, możemy dojść "jak się czuł" w ostatnich chwilach swojego życia. Jeżeli w pamiętnikach wyczuć możemy nostalgię, smutek, to idąc dalej tym tropem oraz po treści możemy dojść, jak się czuł w chwili swojej śmierci.

Na pewno myśli Napoleona nie odkryjemy. ;)

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Wroobel   

Ostatnie chwile Napoleona wyglądały tak jak zwykle wyglądają w wypadku przewlekłej , nieuleczalnej choroby . Chodziło zapewne o raka wątroby .Jednak oczywiście nie brak spekulacji ,że padł ofiarą zbrodni polegającej na podawaniu mu pewnych trucizn .

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euklides   

Na czym zasadza się to: prawdopodobieństwo?

Jakiś czas temu na kanale Discovery szedł film o ostatnich chwilach Napoleona. W zasadzie jest udowodnionym, że był truty arszenikiem. Niedawno wynaleziono sposób na określenie dawki spożycia tego specyfiku, który odkłada się również we włosach. Jeżeli wiadomo kiedy był ścięty włos to można nawet określić którego dnia coś takiego spożył. Są włosy Napoleona, zdaje się że ścięte w dniu jego śmierci, na ich podstawie określono że ten środek mu był serwowany wielokrotnie. Stąd hipotezy o jego chorobie. Autorzy filmu całkiem przekonywająco określili nawet kto go otruł.

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Aaa, jak tak powiedzieli na Discovery - to wszystko rozstrzygnięte.

Problem w tym, że nic w zasadzie nie jest udowodnione.

Problem w tym, że pomiędzy stwierdzeniem istnienia arszeniku we włosach, a udowodnionym truciem nie ma tożsamości.

Problem w tym, że po tak długim czasie od pobrania próbki nie da się określić którego dnia coś było spożyte.

Problem w tym, że twórcy filmu nie zapoznali się z badaniami toksykologów włoskich we współpracy z Instytutem fizyki nuklearnej w Mediolanie.

"L’ “occhio” nucleare rivela: Napoleone non è stato avvelenato

Fisici e chimici dell’Università di Pavia, insieme alle sezioni di Milano Bicocca e di Pavia dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) hanno esaminato i capelli dell’Imperatore Napoleone Bonaparte e hanno dimostrato che non c’è stato un aumento significativo di tracce di veleno (arsenico) nell’ultimo periodo di vita a Sant’Elena. Le analisi sono state effettuate all’Università di Pavia. Sono stati esaminati diversi capelli di Napoleone (da quando era ragazzo fino a poco dopo la morte) e dei suoi cari. Sono stati esaminati anche capelli di persone viventi per capire la differente concentrazione di arsenico. Non è stato un avvelenamento da arsenico a uccidere Napoleone a Sant’Elena. Lo afferma un nuovo, meticoloso esame svolto da fisici e chimici dell’Università di Pavia, insieme a scienziati delle sezioni dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Milano-Bicocca e Pavia, e all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Gli scienziati hanno utilizzato il piccolo reattore nucleare dedicato esclusivamente alla ricerca presso l’Università di Pavia, mettendo in campo tecniche messe a punto per un esperimento (chiamato “Cuore”) in preparazione ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. La ricerca, che verrà pubblicata sulla rivista “Il Nuovo Saggiatore” è stata compiuta su diversi tipi di capelli. Sono stati presi infatti campioni prelevati da Napoleone Bonaparte fanciullo in Corsica, durante il suo esilio nell’Isola d’Elba, nell’isola di Sant’Elena il giorno della sua morte (5 maggio 1821) e in quello successivo (6 maggio 1821). Assieme a questi, sono stati utilizzati anche capelli prelevati dal Re di Roma (il figlio di Napoleone) negli anni 1812,1816,1821,1826 e infine altri prelevati all’Imperatrice Josephine alla sua morte nel 1814. I capelli provenivano dai musei Glauco-Lombardi di Parma, Malmaison di Parigi e dal Museo Napoleonico di Roma. Assieme a questi capelli “storici”, si sono esaminati, per comparazione, anche dieci capelli di persone attualmente viventi. I capelli sono stati inseriti in capsule e quindi inseriti nel “core” del reattore nucleare di Pavia. La tecnica usata è quella della “attivazione neutronica” che ha due enormi vantaggi: da un lato, infatti, non è distruttiva e dall’altro permette di ottenere risultati di grandissima precisione anche su campioni di piccolissima massa quali i capelli umani. I ricercatori hanno stabilito in questo modo la presenza di arsenico in tutti i capelli esaminati. Si cercava questo elemento perché da decenni diversi storici, scienziati e scrittori hanno avanzato l’ipotesi che Napoleone fosse stato avvelenato dai suoi carcerieri a Sant’Elena durante la sua prigionia seguita alla sconfitta di Waterloo. Gli esami hanno riservato alcune sorprese. La prima, è che il livello di arsenico presente in tutti i capelli di due secoli fa supera di ben due ordini di grandezza (cioè cento volte) il valore medio riscontrato nei capelli odierni. I capelli dell’Imperatore, infatti, presentavano un valore medio di presenza dell’arsenico attorno a dieci parti per milione, mentre i capelli dei nostri contemporanei raggiungevano un valore attorno al decimo di parte per milione. In altre parole, l’ambiente nel quale erano immerse le persone agli inizi dell’ottocento portava evidentemente alla ingestione di quantità di arsenico che oggi riterremmo pericolose. La seconda sorpresa riguarda la differenza della concentrazione di arsenico tra il Napoleone ragazzo e i suoi ultimi giorni a Sant’Elena. Per i ricercatori, e in particolare per i tossicologi che hanno partecipato allo studio, è evidente che non si può parlare in questo caso di avvelenamento, ma di un costante assorbimento dell’ arsenico. L’articolo Misure con attivazione neutronica sulla presenza di arsenico sui capelli di Napoleone Bonaparte e di suoi famigliari di M. Clemenza, E. Fiorini, L. Guerra, C. Herborg, M. Labra, E. Orvini, A. Piazzoli, E. Previtali, F. Puggioni, A. Santagostino sarà pubblicato sulla rivista “Il Nuovo Saggiatore”. M.Clemenza, E.Fiorini, L.Guerra e E.Previtali: dipartimento di Fisica “Occhialini”, Università di Milano-Bicocca e INFN sezione di Milano-Bicocca; C. Herborg, M. Labra e A. Santagostino: dipartimento di Chimica generale dell’Università di Pavia; A. Piazzoli: dipartimento di Fisica nucleare e teorica dell’Università di Pavia e INFN sezione di Pavia; F. Puggioni: centro studi “In novitate”, Novi Ligure (AL). Materiale video e immagini messi a disposizione dall’INFN sono all’indirizzo www.infn.it/comunicazione/materiale password: infn Hanno detto: Adalberto Piazzoli - Presidente del Laboratorio di Energia Nucleare Applicata dell’Università di Pavia: “Proprio di questi tempi di non grande popolarità delle tecnologie nucleari, almeno nel nostro paese, presso il Laboratorio di Energia Nucleare Applicata (LENA) dell'Università di Pavia è stata condotta a termine una ricerca abbastanza insolita, di interesse storico e culturale e che susciterà forse un qualche interesse: la misura del contenuto di arsenico in alcuni capelli di Napoleone, per verificare l'ipotesi, più volte formulata, di avvelenamento dell'imperatore. L'irraggiamento dei capelli con un fascio di neutroni prodotto dal reattore nucleare del LENA consentiva la rivelazione di tracce estremamente piccole di questo elemento (qualche parte per milione!) La ricerca, di modestissimo impegno finanziario, ha avuto uno spiccato carattere interdisciplinare: radiochimici, fisici, tossicologi, ambientalisti, delle Università di Milano e di Pavia e delle rispettive Sezioni dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nonché di uno storico. Risultato? Nessun avvelenamento, secondo noi. Perchè i capelli di Napoleone contengono tanto arsenico, quanto quelli di altri suoi contemporanei.” Ettore Fiorini, docente di Fisica Nucleare all’ Università Milano Bicocca e responsabile del Laboratorio INFN: “Nell’ ambito dell’ esperimento CUORE dell’INFN che si sta realizzando per ricerche sulla massa a proprietà del neutrino si è costituito una collaborazione tra Milano e Pavia che ha permesso di raggiungere una elevata sensibilità nelle misure di elementi in traccia con la tecnica della attivazione neutronica. Si è quindi pensato di applicare questa tecnica anche a reperti di interesse storico quali i capelli di Napoleone. Questa attività multidisciplinare coinvolgente fisici, esperti di attivazione e tossicologi, anche se fuori dalla mia attività principale, è stata per me di grande interesse con la speranza che possa essere utile per ricerche di carattere storico”. Angela Santagostino, tossicologa del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio, Università di Milano-Bicocca: “Gli elevati contenuti di arsenico nei capelli dell’Imperatore in periodi precedenti alla sua morte come in quelli dei suoi contemporanei, se confrontati con i livelli medi del metalloide contenuti dei capelli delle popolazioni umane attuali, dimostrano come nell’800 ci fosse una esposizione maggiore dell’attuale all’arsenico. Il confronto dei livelli di arsenico nei capelli di Napoleone alla sua morte con quelli risalenti a periodi precedenti fa pensare ad una esposizione cronica di discreta entità avvenuta nell’isola di Sant Elena, sembra però poco probabile pensare che la sua morte sia da attribuire ad un avvelenamento criminale intenzionale mediante somministrazione cronica di elevate dosi di arsenico”. Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: Questo studio dimostra ancora una volta che la fisica nucleare ha delle concrete, importanti applicazioni nei beni culturali così come in criminologia (in fondo stiamo commentando un eventuale delitto la cui vittima sarebbe stata Napoleone) così come in medicina e in particolare in oncologia. La Fisica può mettere a disposizione degli altri settori di ricerca la sua elevatissima capacità di riconoscere la presenza di materiali anche in dosi piccolissime, rilevandone le tracce attivate dai neutroni”. La tecnica: Le tecniche e i metodi di misurazione nucleari sono per loro natura non distruttivi, perché incidono sui nuclei degli atomi e non sulle nuvole di elettroni che rappresentano il mondo percepibile attraverso i nostri sensi. La tecnica adottata in questo caso ha una sensibilità altissima: è in grado di individuare la presenza di una sostanza anche quando ce n’è un solo atomo su un miliardo di altri atomi (cioè una parte per miliardo). Questo è possibile eliminando tutto il “rumore di fondo”, cioè tutte le contaminazioni che possono essersi depositate sui campioni da esaminare, in questo caso i capelli. Per questo, i capelli sono stati accuratamente lavati prima di essere “bombardati” per 8 ore con un flusso di neutroni. Questi neutroni vengono “catturati” dall’arsenico che si trasforma in un isotopo, l’arsenico 76, che però è instabile, quindi radioattivo. I nuclei radioattivi vengono quindi individuati attraverso la misura della radiazione gamma emessa durante il loro decadimento. La tecnica consente di capire non solo quale sia l’elemento in tracce presente nei capelli, ma anche di determinarne la concentrazione raggiungendo, in molti casi, sensibilità non paragonabili a quelle di altre tecniche normalmente in uso. Questa tecnica ha già dato nelle settimane scorse ottimi risultati nell’esperimento CUORE in corso di realizzazione ai Laboratori Nazionali INFN del Gran Sasso. Contatti per i giornalisti: Prof. Adalberto Piazzoli Università degli Studi di Pavia Tel 0382 987422; 339 4269103 e-mail: adalberto.piazzoli@unipv.it Grazia Bruttocao Portavoce-capo ufficio stampa Università degli Studi di Pavia tel: 39.0382 984531; cell: 3206131351 e-mail: grazia.bruttocao@unipv.it Approfondimenti L’esperimento CUORE (dalla rivista “Asimmetrie” dell’INFN, numero 3 del 2006) L’esperimento Cuore (Criogenic Underground Observatory for Rare Events) è in allestimento ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Si tratta del più avanzato esperimento progettato per misurare la massa dei neutrini e verificarne alcune proprietà fondamentali. I misteri sui neutrini sono vari e di diversa natura. Sappiamo con certezza che sono particelle neutre, ossia prive di carica elettrica, ed è ormai confermato dagli esperimenti sulle oscillazioni di sapore che i neutrini hanno massa, seppur piccolissima. Tuttavia, non siamo ancora riusciti a misurarla. E non sappiamo, inoltre, se il neutrino sia una particella ben distinta dalla sua antiparticella (la corrispondente particella nel mondo dell’antimateria), o una cosiddetta particella di Majorana, non distinguibile dall’antineutrino, come ipotizzato dal grande fisico già dal 1937. In questa seconda ipotesi, se il neutrino e l’antineutrino, cioè, fossero in realtà la stessa particella, la teoria prevede la possibilità di un fenomeno raro e difficile da rivelare, il doppio decadimento beta senza neutrini, una sorta di decadimento beta a ripetizione. Il decadimento beta del neutrone, ben conosciuto e spiegato, consiste nella trasformazione di un neutrone in un protone con l’emissione di un elettrone e un antineutrino elettronico. Se il neutrino e l’antineutrino fossero la stessa particella, però, l’antineutrino prodotto nel decadimento, collidendo con un neutrone, potrebbe dare origine al processo inverso, ed emettere un altro protone e un secondo elettrone. Complessivamente, l’effetto di questo doppio decadimento beta sarebbe dunque di trasformare due neutroni in due protoni, con l’emissione di due elettroni, senza che alcun neutrino compaia al di fuori di questo processo. Proprio la rivelazione di questo raro fenomeno permetterebbe, tra l’altro, di determinare la massa del neutrino. Per isolare gli effetti del doppio decadimento beta senza neutrini da altri effetti di disturbo, Cuore, lavorerà a temperature bassissime, dell’ordine di un centesimo di grado Kelvin (lo zero assoluto, pari a zero gradi Kelvin, corrisponde a –273 gradi centigradi). L’esperimento Cuore inizierà a prendere dati dal 2010".

/za: http://www.unipv.eu/

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Są włosy Napoleona, zdaje się że ścięte w dniu jego śmierci

Nie wiem czy z dnia śmierci, ale na pewno z wyspy św. Heleny.

Stwierdzono w tych włosach arszenik tylko jest jeszcze jedna kwestia.

Zbadano też włosy dziecięce Napoleona i stwierdzono w nich arszenik w podobnym stężeniu jak w tych z wyspy.

secesjonista

Fisici e chimici dell’Università di Pavia, insieme

A po polsku?

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W sumie "po polsku" to już sam (wyżej) napisałeś Capricornusie.

Zbadano włosy Napoleona z okresów kiedy był na wyspach i z wczesnych lat korsykańskich, badaniom poddano włosy jego syna, żony i innych osób. To co uderzyło naukowców to znacznie wyższy poziom arsenu u ówczesnych ludzi niż u nam współczesnych: o dwa rzędy, czyli ok. 100 razy. U samego Napoleona stwierdzono znaczna różnicę pomiędzy zawartością arsenu w okresie chłopięcym a w końcowym okresie życia, zdaniem badaczy wskazuje to na stałą absorpcję, a nie próbę trucia.

Naukowcy stwierdzili, że wielkość arsenu była podobna u wielu znaczniejszych ludzi w tamtych czasach.

Skąd zatem ów arsen? Hipotez jest kilka, mnie przekonuje ta najprostsza: arsen w małych dawkach stymuluje metabolizm, jak podają kiedy Napoleon był chłopcem zw. arsenu zadebiutowały jako bardzo modne środki ówczesnej medycyny. Traktowane były jako środek niemal na wszystko: od wstydliwych chorób, poprzez środek pobudzający (: afrodyzjak) itp.

Na naszym forum zresztą pisano już o arsenie w medycynie, acz niekoniecznie w czasach napoleońskich.

Pragnę zauważyć, że z tych badań nie wynika konkluzja, że uwięzionemu Napoleonowi nie podawano arszeniku celem otrucia. Stwierdzili jedynie, że z faktu o jego wysokiej zawartości we włosach takiego wniosku nie można wyciągnąć. Naukowcy dodają (rzecz zresztą dość znaną), że długotrwałe przyjmowanie arszeniku powoduje pewne uodpornienie na wysokie dawki.

Dziwię się euklidesowi, że po obejrzeniu jednego filmu, tak łatwo przechodzi do stwierdzenia: "w zasadzie jest udowodnionym...", zwłaszcza, że już raz na tym forum potknął się na arszeniku. Ja z samej przekory po obejrzeniu takiego materiału wpierw poszukałbym informacji weryfikujących takie stwierdzenia.

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amon   

Na naszym forum zresztą pisano już o arsenie w medycynie, acz niekoniecznie w czasach napoleońskich.

Pragnę zauważyć, że z tych badań nie wynika konkluzja, że uwięzionemu Napoleonowi nie podawano arszeniku celem otrucia. Stwierdzili jedynie, że z faktu o jego wysokiej zawartości we włosach takiego wniosku nie można wyciągnąć. Naukowcy dodają (rzecz zresztą dość znaną), że długotrwałe przyjmowanie arszeniku powoduje pewne uodpornienie na wysokie dawki.

Arszenik był używany jako lek. Zważywszy na dziedziczną chorobę nowotworową Napoleona, arszenik był jednym ze specyfików jakie zwyczajowo stosowano. Nie ma w tym przypadku żadnej tajemncy ! Nawet na wiki jest o tym specyfiku, więc nie będę się produkował bez sensu :lol:

http://pl.wikipedia.org/wiki/Medyczne_zastosowanie_tr%C3%B3jtlenku_arsenu

Brytyjczyków z miejsca oskarżano o niecne knowania wobec osoby Napoleona. Jednak jego choroba, nawet gdyby nie zastosowano terapii tlenkiem arsenu, i tak nie była do wyleczenia. Tym bardziej że rak żołądka zabił w jego rodzinie prócz ojca, również braci.

Kreacja nt. użycia arszeniku przez Anglików w niecnym zamiarze, powstała w głowie Louisa Marchanda, no i spisek gotowy. I tak jest do dziś :lol:

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Monique   

Estero, straszny temat rzuciłaś, bardzo dołuje mnie ten czas w życiu cesarza, zwłaszcza po roku 1818, gdy chyba ostatecznie do niego dotarło, że ta wyspa będzie jego grobem. Tak sobie go wyobrażam: brzydkiego, grubego, nie starego a jednak starego mężczyznę z nieznośnym charakterem, który zaczyna chudnąć w oczach, cierpi na ciągłe bóle, wymiotuje, coraz bardziej popada w apatię, depresję. U Bieleckiego czytałam lata temu: Francja, armia, awangarda, Józefina, mój syn…

Zawsze przechodzi mnie dreszcz, gdy zdaję sobie sprawę z jakiego piedestału spadł i jak musiał dusić się psychicznie, fizycznie, emocjonalnie rozpamiętując to kim był i co doprowadziło go do miejsca w którym ugrzązł na zawsze.

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jancet   

bardzo dołuje mnie ten czas w życiu cesarza, zwłaszcza po roku 1818, gdy chyba ostatecznie do niego dotarło, że ta wyspa będzie jego grobem. Tak sobie go wyobrażam: brzydkiego, grubego, nie starego a jednak starego mężczyznę z nieznośnym charakterem, który zaczyna chudnąć w oczach, cierpi na ciągłe bóle, wymiotuje, coraz bardziej popada w apatię, depresję.

Bardzo duże wrażenie wywarły na mnie te słowa.

Jakoś nigdy nie zastanawiałem się nad tym, co czuł i jaki był w tych latach.

A teraz sam jestem "brzydkim, grubym, nie starym, a jednak starym mężczyzną", zmagającym się z choroba, która wprawdzie mnie nie zabija, ale ni uleczyć się, ni zapomnieć o sobie nie pozwoli. Na szczęście nigdy nie byłem cesarzem.

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Zawsze przechodzi mnie dreszcz, gdy zdaję sobie sprawę z jakiego piedestału spadł i jak musiał dusić się psychicznie, fizycznie, emocjonalnie

Słyszałem kiedyś, że podobno całkiem stracił zmysły. Mówiąc po ludzku zwariował i myślał, iż naprawdę planuje bitwy. W związku z tym rysował mapy i plany gdzie się dało - również poślinionym palcem po ścianach. Ścianach pomalowanych farbami na bazie arszeniku. I podobno to mogła być przyczyna zatrucia. Ktoś wie może coś bliżej o tym malowaniu i może zweryfikować?

Edytowane przez secesjonista
poprawiono pisownię.

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O malowaniu miejsca przebywania Napoleona nie wiem nic, jedynie co mogę dodać to, że od 1775 r. faktycznie używano arsenooctanu miedzi (II), który został odkryty przez Carla Scheele (tzw. "Paris Green") i był stosowany jako pigment farb. Zwariować od tego nie można było, raczej można mówić o pewnych dolegliwościach.

/za: I. Litwin, P. Lis, W. Maciaszczyk-Dziubińska "Dwie twarze arsenu", "Kosmos. Problemy Nauk Biologicznych", T. 58, nr 1-2 (282-283), 2009/

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